Il Coronavirus sta avendo un forte impatto sulla vita di tutti. Anche su quella degli studenti, che si sono visti chiudere le università dal 4 marzo, prima ancora del lockdown avvenuto tra l’8 e il 9 marzo, e appesantito da una serie di misure successive in vigore da domenica 22 marzo, che hanno portato un’ulteriore stretta e il fermo delle attività produttive ritenute non necessarie.
Cosa fare se si è uno studente universitario al tempo del Coronavirus? Le lezioni a distanza riescono a coprire solo in parte le esigenze di studio dei ragazzi, così come le sessioni di laurea in teleconferenza sono una scialuppa di salvataggio temporanea; fanno però paura le tasse universitarie da pagare e la possibilità di perdere le borse di studio.
Ma un punto interrogativo ancora più grosso pesa come un macigno sulla testa degli studenti fuori sede, i quali si trovano costretti a vivere una situazione paradossale: per fronteggiare l’emergenza COVID19, sono rientrati nel luogo di residenza, lasciando vuote le case prese in affitto. I padroni di casa però pretendono il regolare pagamento delle mensilità, e allo stesso tempo si continuano a ricevere bollette di luce, acqua, gas e Tari.
Come va affrontata la questione? In questo scenario apocalittico, da un punto di vista contrattuale l’affitto è assolutamente dovuto (ecco tutte le nostre informazioni sui contratti d’affitto), e ciò complica ulteriormente le cose, considerando che in un periodo come questo il lavoro è fermo, e anche i genitori potrebbero non lavorare e quindi non guadagnare.
La mossa del Governo
Il Governo si è mosso con il decreto Cura Italia, il DL 18/2020 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 17 marzo 2020, volto a sostenere l’impatto economico della crisi epidemica stanziando 25 miliardi di euro per famiglie e aziende. Esso si articola in 4 sezioni, dedicate rispettivamente alla sanità e alla protezione civile, ai lavoratori e alle aziende, alla liquidità delle famiglie e delle imprese, e alla fiscalità.
Ma leggendo il decreto punto per punto non emergono misure e provvedimenti pensati per gli studenti, i quali si trovano a vivere una situazione di disagio evidente, costretti a pagare i salati conti di affitti e utenze per una casa che, chissà per quanto tempo ancora, non potranno utilizzare.
La proposta? Arriva da Catanzaro
Per cercare di fare qualcosa a riguardo, alcuni studenti dell’Univerisità Magna Grecia di Catanzaro si sono mobilitati per lanciare una petizione su change.org e chiedere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri la sospensione del pagamento del canone di locazione per gli studenti fuorisede che sono tornati nelle proprie regioni di residenza. Al momento della scrittura di questo articolo (25 marzo) la petizione, raggiungibile a questo indirizzo, ha raggiunto 58 mila firme, ma c’è da scommettere che nei prossimi giorni ne riceverà molte altre.
L’iniziativa è stata lanciata da Emanuele Scigliano, Michele Caruso e Damiano Carchedi, e richiede l’immediata sospensione dei canoni di locazione per tutta la durata dell’emergenza Covid-19. Il problema è di ampia portata, poichè le regioni che hanno il numero più alto di studenti fuori sede sono Lombardia, Emilia Romagna e Lazio, che sono proprio le regioni in cui il virus ha colpito più duro. Ma anche Catanzaro, da cui è partita l’iniziativa, è una università che riceve moltissimi studenti provenienti sia dalle altre province della Calabria, che dal resto d’Italia.
Lo stop ai canoni d’affitto potrebbe diventare presto realtà, in quanto la petizione è molto vicina al raggiungimento di 75 mila firmatari. Una volta ottenuto un numero sufficiente di firme, la petizione sarà sottoposta “ai piani alti”. Per quanto riguarda il resto delle spese sostenute da uno studente universitario fuori sede, purtroppo siamo ancora in alto mare. Si parla di creare e poi firmare ulteriori petizioni, ma ancora non ci sono certezze. Attendiamo dunque sviluppi, che vi comunicheremo nei prossimi articoli.
La nostra riflessione sulla petizione
Vogliamo però aggiungere una riflessione importante sulla quale abbiamo riflettuto in questi giorni con la nostra community (sui nostri gruppi facebook). E’ giusto venire incontro agli studenti, ma è altrettanto giusto dare una mano ai locatori che si troverebbero senza un’entrata importante.
Per questo crediamo che sia importante intervenire sulla questione ed aiutare sia chi deve pagare un affitto (che non utilizzerà), sia chi ha un appartamento (magari preso con un mutuo) per il quale potrebbe non avere un affitto. Insomma, la situazione è molto delicata ed il passo andrebbe fatto in modo equilibrato in entrambe le parti.
Ricordiamo ci sempre che in questi momenti, siamo sulla stessa barca, dobbiamo aiutarci a vicenda e sforzarci di essere un po’ meno egoisti, dobbiamo essere diversi da quello che la società ci ha spinto ad essere un questi anni di ‘tranquillità’ .
[AGGIORNAMENTO 1/4]
Le firme online sulla petizione si avvicinano a 72 mila, ma la nota positiva è che due regioni, Umbria e Toscana si stanno già muovendo nella giusta direzione e ci auguriamo che al più presto tutte le altre regioni facciamo altrettanto.
[AGGIORNAMENTO 10/4]
La petizione online ha un nuovo obiettivo, 150 mila firme ed attualmente siamo a 77’400. Per quanto riguarda gli aiuti stati o comunali, ancora non ci sono stati aggiornamenti rilevanti, ma abbiamo deciso di fare un po’ di chiarezza a livello legale in questo articolo in collaborazione con gli esperti di Affitto Certificato.
[AGGIORNAMENTO 22/4]
Nella speranza di uscire presto dalla fase 1 ed entrare nella fase 2, siamo ancora in stallo totale per la questione degli affitti per studenti.
La petizione online ha raggiunto quasi 80’000 firme e le iniziative a supporto sono diverse in tutta Italia. Siamo fiduciosi che il Governo risponda positivamente, con aiuti sia a chi affitta che a chi deve pagare un affitto.
[FASE 2 – 4/5]
Finalmente è iniziata la fase 2, possiamo uscire, fare sport lontano da casa, ma i negozi al dettaglio non sono aperti.
Dal punto di vista degli affitti e coronavirus (COVID19) purtroppo non ci sono stati aggiornamenti. Il presentimento è quello che non arriveranno aiuti specifici, ma ci saranno soltanto degli sgravi fiscali, ancora da definire.