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Cedolare secca: quando conviene?

La cedolare secca sugli affitti è un’opzione fiscale introdotta dal governo italiano per incentivare l’affitto a canone concordato e favorire l’investimento in immobili ad uso abitativo. Si tratta di un’aliquota fissa del 21% che sostituisce l’imposta di registro, l’imposta di bollo e l’IVA sugli affitti a canone libero o concordato.

Ma quando conviene scegliere la cedolare secca e quando invece è meglio optare per l’imposta ordinaria sugli affitti? Ecco alcuni punti da considerare per fare la scelta giusta.

Cedolare secca: canone di affitto

Se l’immobile viene affittato a canone libero, la cedolare secca conviene solo se il canone di affitto è superiore ai 7.500 euro annui. In questo caso, infatti, l’aliquota fissa del 21% sarà inferiore alle imposte ordinarie che il proprietario dovrebbe pagare.

Se l’immobile viene affittato a canone concordato la cedolare secca conviene sempre, indipendentemente dall’importo del canone di affitto.

Cedolare secca: spese sostenute per la gestione dell’immobile

Un altro aspetto da considerare è la possibilità di dedurre le spese sostenute per la gestione dell’immobile. Con la cedolare secca, infatti, questa opzione non è prevista. Ciò significa che non è possibile dedurre dal reddito complessivo le spese per la manutenzione dell’immobile, il pagamento delle bollette o qualsiasi altra spesa sostenuta per la gestione dello stesso.

Se le spese sostenute per la gestione dell’immobile sono elevate, potrebbe essere più conveniente optare per l’imposta ordinaria e dedurle dal reddito complessivo.

Cedolare secca: rivalutazione del canone di affitto

Un altro aspetto da considerare è la possibilità di rivalutare il canone di affitto in base all’inflazione. Con la cedolare secca, questa opzione non è prevista. Ciò significa che il canone di affitto non può essere aggiornato in base all’aumento dei prezzi.

Se si prevede che i prezzi aumenteranno nel tempo, potrebbe essere più conveniente scegliere l’imposta ordinaria e aggiornare il canone di affitto di conseguenza.

Cedolare secca: agevolazioni fiscali

Un altro vantaggio della cedolare secca è che permette di beneficiare di alcune agevolazioni fiscali. Come ad esempio la detrazione del 50% delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A per i forni), finalizzati all’arredamento dell’immobile locato. Questa detrazione è valida solo per i contratti stipulati a partire dal 1° gennaio 2016 e per i quali è stata scelta la cedolare secca.

Cedolare secca: contratto di affitto

Infine, è importante considerare le condizioni del contratto di affitto. Con la cedolare secca, infatti, il contratto deve essere registrato entro 30 giorni dalla sua stipula. Deve prevedere una durata non inferiore a 6 anni. Inoltre, non è possibile recedere dal contratto prima della sua scadenza, a meno che non sussistano gravi motivi. (ad esempio, il proprietario dell’immobile ha bisogno di utilizzarlo per sé o per i suoi familiari).

Se il contratto di affitto ha una durata inferiore ai 6 anni o prevede la possibilità di recesso anticipato, non è possibile scegliere la cedolare secca. In questi casi, il proprietario dell’immobile dovrà optare per l’imposta ordinaria e pagare le imposte di registro, di bollo e IVA previste dalla legge.

Cedolare secca: altri aspetti da considerare

Oltre ai punti sopra elencati, ci sono alcuni altri aspetti da considerare nella scelta tra cedolare secca e imposta ordinaria. Ad esempio:

  • Se il proprietario dell’immobile ha un reddito complessivo elevato. Potrebbe essere più conveniente scegliere l’imposta ordinaria per beneficiare di una tassazione progressiva.
  • Se l’immobile viene affittato a un parente o a una persona con la quale esiste un vincolo di parentela o di affinità. E’ possibile scegliere l’imposta ordinaria e applicare un’aliquota ridotta del 2%.
  • Se l’immobile è stato acquistato con un mutuo, è possibile dedurre dal reddito complessivo le rate del mutuo e le spese sostenute per la sua costituzione. In questo caso, potrebbe essere più conveniente optare per l’imposta ordinaria.
  • Se l’immobile è stato acquistato con una plusvalenza (cioè se è stato venduto a un prezzo superiore a quello pagato per acquistarlo), è possibile beneficiare di una tassazione agevolata sulla plusvalenza.

In questo caso, potrebbe essere più conveniente scegliere l’imposta ordinaria e beneficiare della tassazione agevolata sulla plusvalenza.

Cedolare secca: scelta finale

In definitiva, la scelta tra cedolare secca e imposta ordinaria dipende dalle specifiche esigenze del proprietario dell’immobile e dalle caratteristiche del contratto di affitto. Prima di optare per l’una o l’altra soluzione, è sempre consigliabile valutare attentamente qual è quella più vantaggiosa in base alla propria situazione personale e alle condizioni del mercato immobiliare.

Inoltre, è importante sottolineare che la cedolare secca è un’opzione facoltativa. Il proprietario dell’immobile può scegliere se applicarla o meno. Se decide di optare per l’imposta ordinaria, dovrà pagare le imposte di registro, di bollo e IVA previste dalla legge. Se invece sceglie la cedolare secca, dovrà pagare l’aliquota del 21% in sostituzione di tutte le altre imposte.

In ogni caso, è consigliabile rivolgersi a un professionista o a un centro di assistenza fiscale per avere una consulenza personalizzata. Un consulente fiscale sarà in grado di valutare la situazione specifica del proprietario dell’immobile e indirizzarlo verso la scelta più vantaggiosa, tenendo conto dei suoi obiettivi e delle sue possibilità.

Importante ricordare che la cedolare secca è un’opzione valida solo per gli affitti a canone libero o concordato. Per gli affitti a uso transitorio, come ad esempio gli affitti turistici o gli affitti brevi, è sempre obbligatorio pagare l’imposta ordinaria.

In conclusione, la cedolare secca sugli affitti è una soluzione interessante per i proprietari di immobili che desiderano metterli a reddito affittandoli. Tuttavia, è importante valutare attentamente i pro e i contro di questa opzione e considerare le specifiche esigenze del proprio caso. Con il supporto di un professionista o di un centro di assistenza fiscale, sarà possibile fare la scelta più vantaggiosa e ottenere il massimo vantaggio fiscale.

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